CANTIERE DESTRÀNI

 

Canti, danze, musiche tradizionali della memoria trentina ed europea Destràni in dialetto trentino significa nostalgia . Cantiere Destràni è dunque un "Laboratorio della nostalgia", che propone un itinerario "cantato-ragionato" attraverso la musica popolare trentina e le sue relazioni sia con il contesto alpino, sia con quelle comunità dell'Europa centro-orientale che - assieme al Trentino - facevano parte un tempo della stessa area culturale, molto variegata ma per certi aspetti omogenea, individuabile grosso modo nell'impero austro-ungarico. Si tratta di materiale in gran parte di tradizione orale, indagato comunque da alcune ricerche etnomusicologiche a partire da quelle attivate nell'Ottocento dall'Institut für Volksmusikforschung di Vienna, fino a quelle più sistematiche, pubblicate recentemente (dall'Istituto Culturale Ladino, dall'Istituto Culturale Mòcheno Cimbro, e dal Museo etnografico di S. Michele all'Adige) sulle minoranze linguitiche ladina e germanofona del Trentino orientale. Cantiere Destràni propone una selezione mirata di questi materiali, elaborati attraverso arrangiamenti originali, utilizzando armonizzazioni polivocali a quattro voci reali con accompagnamento strumentale (violino, chitarra, fisarmonica, tromba, basso tuba). Il repertorio polivocale comprende varianti trentine di canti d'emigrazione (Merica merica, Mamma mia dammi 100 lire, Vuoi tu venire in merica?, Come faremo a girare la Francia? etc.), canti d'amore e di corteggiamento (Dammi un riccio, La figlia ammalata, Caro il mio…, Malmaritata libera etc.), canti di guerra e di lavoro (Povero disertore, Santa Barbara etc.), ballate epico-liriche (Maledizione della madre, La Lionetta, L'uccellino del bosco, La pesca dell'anello, Il grillo e la formica etc.), canti cumulativi (Le dodici parole della verità, El merlo l'ha pers el bèco, La settimana al mercato etc.). Oltre al repertorio polivocale Cantiere Destràni propone brani strumentali, con particolare attenzione alle danze delle due comunità etnico linguistiche, rispettivamente germanofona della Val dei Mòcheni e ladina di Fassa, ma anche al repertorio violinistico popolare del carnevale di Bagolino-Ponte Caffaro nonché alla letteratura mandolinistica di Giacomo Sartori (musicista di Ala le cui composizioni sono entrate a far parte stabilmente dei repertori popolari di numerose orchestre a plettro, dal Giappone agli USA). Accanto alla tradizione polivocale e strumentale trentina, Cantiere Destràni propone anche un itineraio ragionato attraverso i più significativi "giacimenti" musicali popolari europei, con particolare attenzione a quelle comunità dell'Europa centro-orientale che - assieme al Trentino - facevano parte un tempo dell'impero austro-ungarico. E' il caso ad esempio della musica Klezmer e tzigana, rielaborata utilizzando gli stilemi dei Klezmorin, suonatori ebrei itineranti dell'Europa centrale che "orecchiavano" le musiche tradizionali dei vari paesi riproponendoli poi nei vari contesti festivi (matrimoni, funerali, feste patronali etc.) attraverso la loro personale "mediazione". Musica tradizionale, "disperatamente gioiosa", che mantiene nel tempo la capacità di trasmettere emozioni attraverso i suoni del ricordo e della memoria. *****************

COMPONENTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Corrado Bungaro voce, violino
Paolo Longo voce basso tuba
Davide Lorenzato voce, fisarmonica, flauti
Lucia Maccani voce
Giovanni Morelli voce, chitarra
Renato Morelli voce, organetto diatonico
Paolo Trettel voce, tromba