La relazione-concerto vuole essere un viaggio attraverso il ricco patrimonio legato alla cultura musicale popolare bergamasca.


Si parla di:

 

baghèt”, la cornamusa bergamasca, presente fin dalla fine del 1300 nelle valli orobiche, imparentata con le altre cornamuse del Nord Europa. L’ultimo suonatore, di Casnigo, è scomparso nel 1990, probabilmente uno degli ultimi suonatori del Nord Italia, ed è stato l’anello di congiunzione tra la vecchia e la nuova tradizione del baghèt

la musica delle campane a festa  conosciuta come “l’allegrezza”, il suono che ha accompagnato per secoli tutti i momenti aggregativi della comunità, i riti della religiosità le ricorrenze gioiose e tragiche, attraverso la figura del campanaro, vero “musico della comunità”, al servizio della stessa, con un suo alfabeto di suoni e musiche da rispettare

“le campanine”,  lo strumento che serve ai campanari per mantenere viva la tradizione delle campane a festa, una sorta di xilofono, con i risonatori ricavati dal vetro, costruito dagli stessi campanari, figlio di una economia povera ma con una ricchezza di linguaggio e sonorità straordinaria. Il mezzo con cui il campanaro teneva a memoria, senza trascrizioni musicali, decine e decine di brani, da studiare e ripassare prima di salire in cima al campanile

 

 

Tale  patrimonio è nato e si è evoluto  in un percorso iniziato secoli fa, ed è arrivato sino a noi grazie agli ultimi informatori del mondo contadino, riuscendo a vincere la fragilità di una cultura sostanzialmente orale, legata al labile filo della memoria.

L’intervento si articola con la proiezione di filmati, l’esecuzione di brani musicali, le spiegazioni e la disponibilità di vedere gli strumenti musicali bergamaschi.